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  • 3 min lettura

    Tokubetsu junmai delicato e molto bilanciato tra il sapore ricco del riso Sasanishiki e un tocco di freschezza dato dalla leggera acidità.

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    Riso

    La prefettura di Miyagi è una delle principali regioni produttrici di riso in Giappone. Vi si coltivano tipologie molto apprezzate di questo cereale, come il Sasanishiki (usato per questo sake con un seimaibuai del 60%), l’Hitomebore e il Date Masamune.

    Il riso Sasanishiki è nato intorno al 1963 ed è sempre stato un riso popolare  conosciuto da tutti nella prefettura.

    Ki-Ippon, creato intorno al 1965, ha iniziato a essere commercializzato prima del sake Urakasumi Zen. All’epoca, il riso Sasanishiki era un riso da tavola molto comune e veniva usato da Urakasumi seguendo la filosofia del produrre sake con riso locale, ossia riso Sasanishiki della Prefettura di Miyagi; progetto innovativo per l'epoca, quando ancora i concetti di "terroir" e di "caratteristiche locali", ormai comuni nel mondo del sake odierno, erano ancora lontani.

    Sasanishiki è un riso morbido con un elevato contenuto di acqua; cosa che, inizialmente, rese molto difficile la produzione di sake. Si dice, infatti che, se il contenuto di umidità del riso è troppo alto, l'umidità potrebbe non essere rilasciata correttamente e la produzione del kojimai (riso con spore di koji per la saccarificazione) potrebbe non andare a buon fine.

    Gradualmente, grazie ai progressi della tecnologia applicata alle attrezzature per sake, è stato acquisito il know-how necessario a superare questi ostacoli.

    La produzione del riso koji, infatti, è una delle fasi più complicate, anche perché, mentre grazie agli odierni macchinari si possono controllare con precisione la lavorazione delle materie prime (ad esempio la sbiancatura dei chicchi di riso o la sbollentatura), il moromi e la pressatura, per quanto riguarda questa fase è ancora necessario considerare e osservare con attenzione tutte le parti coinvolte, ossia le persone che lavorano, la stagione, l’umidità, la temperatura esterna ecc.

    Temperatura di servizio e abbinamenti

    Secondo il toji Kunio Onodera, che lavora da più di 20 anni nella sakagura Urakasumi, con cui ha vinto la medaglia d'oro al National New Sake Competition e il primo premio al Nanbu Toji Sake Competition (2015 e 2018), Urakasumi Ki-Ippon è un sake che dà il meglio se viene degustato a temperatura ambiente, o riscaldato. Molto gustoso, mantiene allo stesso tempo una certa delicatezza, anche grazie alla morbidezza del riso Sasanishiki, di cui percepiamo in modo chiaro l’umami, e al retrogusto pulito.

    Il sapore intenso del riso Sasanishiki e il corpo pieno lo rendono un perfetto abbinamento per i piatti “amakara”, conditi con salsa di soia e mirin, che accompagnano bene il riso.

    Via libera, quindi, a preparazioni giapponesi come dengaku (verdure grigliate con salsa di miso dolce), teriyaki, anguilla, sukiyaki, tempura, yakitori, yakiniku e okonomiyaki, ma anche a piatti occidentali ricchi e gustosi preparati con panna o sugo, stufati, fritti e piatti piccanti.

    Noi ti proponiamo di provarlo con una deliziosa frittura di ostriche con panko e salsa tartara alla giapponese, la ricetta a base di ostriche più popolare in Giappone! La mineralità delle ostriche si sposa alla perfezione con il sapore pulito e minerale dell’Urakasumi Ki-Ippon.

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    Kaki Frai, frittura di ostriche con panko e salsa tartara alla giapponese
    牡蠣フライ、タルタルソース添え

    Pulite le ostriche delicatamente con farina o fecola di mais in modo da togliere eventuali residui e sciacquatele facendo attenzione a non romperle. Asciugatele poi con carta da cucina.

    Impanatele passandole prima nella farina e poi nell'uovo, e infine copritele bene con il panko.

    Mettete in una ciotola 1 uovo sodo, 1 cucchiaio di cipolla bianca tritata, 1 cucchiaio di maionese, 1 cucchiaino di latte condensato, 1 cucchiaino di succo di limone o lime, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato. Salate e pepate.

    Scaldate dell’olio di semi a 180 ° e friggetevi le ostriche per circa 3 minuti.

    Servitele calde con la salsa tartara e qualche fettina di limone.