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Tokubetsu junmai delicato e molto bilanciato tra il sapore ricco del riso Sasanishiki e un tocco di freschezza dato dalla leggera acidità.
La prefettura di Miyagi è una delle principali regioni produttrici di riso in Giappone. Vi si coltivano tipologie molto apprezzate di questo cereale, come il Sasanishiki (usato per questo sake con un seimaibuai del 60%), l’Hitomebore e il Date Masamune.
Il riso Sasanishiki è nato intorno al 1963 ed è sempre stato un riso popolare conosciuto da tutti nella prefettura.
Ki-Ippon, creato intorno al 1965, ha iniziato a essere commercializzato prima del sake Urakasumi Zen. All’epoca, il riso Sasanishiki era un riso da tavola molto comune e veniva usato da Urakasumi seguendo la filosofia del produrre sake con riso locale, ossia riso Sasanishiki della Prefettura di Miyagi; progetto innovativo per l'epoca, quando ancora i concetti di "terroir" e di "caratteristiche locali", ormai comuni nel mondo del sake odierno, erano ancora lontani.
Sasanishiki è un riso morbido con un elevato contenuto di acqua; cosa che, inizialmente, rese molto difficile la produzione di sake. Si dice, infatti che, se il contenuto di umidità del riso è troppo alto, l'umidità potrebbe non essere rilasciata correttamente e la produzione del kojimai (riso con spore di koji per la saccarificazione) potrebbe non andare a buon fine.
Gradualmente, grazie ai progressi della tecnologia applicata alle attrezzature per sake, è stato acquisito il know-how necessario a superare questi ostacoli.
La produzione del riso koji, infatti, è una delle fasi più complicate, anche perché, mentre grazie agli odierni macchinari si possono controllare con precisione la lavorazione delle materie prime (ad esempio la sbiancatura dei chicchi di riso o la sbollentatura), il moromi e la pressatura, per quanto riguarda questa fase è ancora necessario considerare e osservare con attenzione tutte le parti coinvolte, ossia le persone che lavorano, la stagione, l’umidità, la temperatura esterna ecc.
Secondo il toji Kunio Onodera, che lavora da più di 20 anni nella sakagura Urakasumi, con cui ha vinto la medaglia d'oro al National New Sake Competition e il primo premio al Nanbu Toji Sake Competition (2015 e 2018), Urakasumi Ki-Ippon è un sake che dà il meglio se viene degustato a temperatura ambiente, o riscaldato. Molto gustoso, mantiene allo stesso tempo una certa delicatezza, anche grazie alla morbidezza del riso Sasanishiki, di cui percepiamo in modo chiaro l’umami, e al retrogusto pulito.
Il sapore intenso del riso Sasanishiki e il corpo pieno lo rendono un perfetto abbinamento per i piatti “amakara”, conditi con salsa di soia e mirin, che accompagnano bene il riso.
Via libera, quindi, a preparazioni giapponesi come dengaku (verdure grigliate con salsa di miso dolce), teriyaki, anguilla, sukiyaki, tempura, yakitori, yakiniku e okonomiyaki, ma anche a piatti occidentali ricchi e gustosi preparati con panna o sugo, stufati, fritti e piatti piccanti.
Noi ti proponiamo di provarlo con una deliziosa frittura di ostriche con panko e salsa tartara alla giapponese, la ricetta a base di ostriche più popolare in Giappone! La mineralità delle ostriche si sposa alla perfezione con il sapore pulito e minerale dell’Urakasumi Ki-Ippon.
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Kaki Frai, frittura di ostriche con panko e salsa tartara alla giapponese
牡蠣フライ、タルタルソース添え
Pulite le ostriche delicatamente con farina o fecola di mais in modo da togliere eventuali residui e sciacquatele facendo attenzione a non romperle. Asciugatele poi con carta da cucina.
Impanatele passandole prima nella farina e poi nell'uovo, e infine copritele bene con il panko.
Mettete in una ciotola 1 uovo sodo, 1 cucchiaio di cipolla bianca tritata, 1 cucchiaio di maionese, 1 cucchiaino di latte condensato, 1 cucchiaino di succo di limone o lime, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato. Salate e pepate.
Scaldate dell’olio di semi a 180 ° e friggetevi le ostriche per circa 3 minuti.
Servitele calde con la salsa tartara e qualche fettina di limone.
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