Oggi trattiamo di un classico, una delle punte di diamante della sakagura Urakasumi della prefettura di Miyagi.
Parlando dello stile di Urakasumi non possiamo non citare il grande Kiippon tokubetsu junmai con il suo esordio fruttato che però lascia subito spazio a una natura cereale e marina ben radicata.
Verrebbe da dire che certo qui siamo su un altro registro, più aromatico, ma in realtà nanche troppo perché lo Zen, a differenza di altri colleghi come l’aromaticissimo Urakasumi 12 porta in dote una complessità più matura e discreta, che rinuncia all’esuberanza aromatica per lasciare spazio al vero centro del sake, le componenti umami e marina, cifre stilistiche di Urakasumi.
Certo non mancano il cocco, la banana e le note di fiorni bianchi, ma qui la bevuta si impernia sulla particolare stratificazione del cereale e delle note marine che si fondono insieme e danno vita a un grande junmai ginjo cremoso, ricco e iodato, dal sorso particolarmente incisivo e che lascia in dote una grande persistenza sapida e cereale.
Un junmai ginjo dunque che è un piacere tattile più che olfattivo, una bevuta dall’impronta marina che resta impressa nella memoria, magnifica prova di Urakasumi che in un unico prodotto mostra da una parte cosa sia in grado di fare maneggiando lo Yamadanishiki e dall’altra consacra ulteriormente la proverbiale maestria di Miyagi nella produzione di sake da riso hanmai impiegando con questi risultati sia Toyonishiki che Hitomebore.