Analisi gustativa di Enoteca Kodama, Roma
Appena versato nel calice sfodera nettissime note di mela verde, pesca, albicocca, melone e litchi.
Insomma di primo impatto il naso è un compendio del ginjo della migliore qualità e già si comincia a intuire che dietro a un prodotto di questo livello c’è una mano sapientissima.
Nonostante l’aromaticità da manuale il naso ha anche tanto altro da dire, alla frutta fresca infatti seguono note lattiche tra yogurt e formaggio fresco, poi sentori più morbidi che ricordano confetti, zucchero a velo o sciroppo di zucchero.
Il sorso è ricco, appagante, saporito, di grande soddisfazione, ma anche di grande freschezza e agilità, con una notevole persistenza fruttata e una sensazione cremosa e agrumata che percorre tutta la bocca.
Torna la componente lattica anche nei termini di un’acidità del tutto particolare che ricorda certi yogurt e che, grazie anche alla spiccata sapidità finisce per donare al sake una piacevolezza di beva disarmante.
Noi lo abbiamo abbinato con un primosale artigianale agli agrumi sulla scia del suo carattere lattico e agrumato oltre che fruttato. E infatti il sake è andato a sostenere la parte lattica del formaggio e a rinfrescarla esaltando il sapore delle scorzette di arancio e limone.
Si tratta certamente di un sake di grande equilibrio, frutto di una mano molto esperta, ma non per questo di un sake cerebrale, anzi questo è un sake tutto da bere, il grande lavoro è stato fatto a monte, al bevitore è richiesto solo di vuotare la bottiglia!